IPB… cosa sapere…
È questa la tipica esclamazione di ogni paziente dopo che ha letto su qualche referto ecografico diciture tipo: prostata aumentata di volume che impronta il pavimento vescicale, prostata di dimensioni aumentate come da IPB o affermazioni simili.
Quello che i pazienti tuttavia non conoscono è che l’urologo non cura la prostata perché è “ingrandita” ma cura la prostata se ostruisce.
L’iperplasia prostatica benigna o IPB è una condizione parafisiologica che porta l’aumento del numero e della grandezza delle cellule e provoca quindi l’aumento volumetrico della ghiandola prostatica. Questa condizione di per sé (ovvero l’aumento volumetrico della ghiandola) non comporta nessuna conseguenza a meno che la prostata ingrandendosi e/o cambiando forma non vada ad ostruire il regolare deflusso dell’urina dalla vescica all’uretra peniena.
È chiaro pertanto che il dover sottoporsi a terapia medica o chirurgica dipende non da quanto la prostata sia grande ma da quanto questa ostruisce. A volte si prescrivono farmaci o si consigliano interventi disostruttivi per prostate anche piccole perché comunque ostruiscono.
Il paziente, pertanto, non deve preoccuparsi se la prostata è “ingrandita”, ma deve preoccuparsi degli eventuali sintomi urinari: svegliarsi in piena notte per andare a urinare, avere uno stimolo e necessità di urinare molto più spesso di prima e magari con urgenza quasi incontenibile.
Qualora sia presente questo quadro sintomatico è giusto e corretto andare dall’urologo.
A volte avere coscienza dei propri sintomi urinari non è semplice perché siamo abituati sin dalla nascita a urinare 5/6 volte al giorno tutto i giorni, e ,poiché l’IPB è una condizione che si instaura in maniera lenta e cronica, il paziente spesso si abitua a non urinare correttamente e quindi non riesce a percepire i propri sintomi urinari.
Esistono dei questionari validati dalla comunità scientifica che, in un primo approccio, possono aiutare il paziente a capirli come il test IPSS5 e il Quick Prostate Test, nel dubbio tuttavia l’esame di prima scelta che andrebbe eseguito nel sospetto di una patologia ostruttiva è l’uroflussometria: un esame molto semplice e non invasivo che in maniera oggettiva riesce il più delle volte a far capire come il paziente urina.