Patologie Urologiche
Nella specie umana la possibilità di avere una fecondazione è pari a circa il 25% nei massimi anni di fertilità. Con l’avanzare dell’età in particolare nel sesso femminile di anno in anno l’indice di fertilità tende ad abbassarsi. Circa del 5% ogni 5 anni. Questa condizione può rendere difficile il concepimento. Le cause che portano ad ipofertilità possono essere molteplici.
CAUSE MASCHILI DI IPOFERTILITÀ
La ridotta capacità riproduttiva maschile deriva principalmente da alterazioni più o meno gravi del liquido seminale.
Ai fini della fertilità, il fattore determinante è rappresentato dalle caratteristiche degli spermatozoi prodotti a livello testicolare: quest’ultimi devono essere normalmente conformati e quantitativamente adeguati (più di 20 milioni per ml). Il loro potere fecondante dipende, inoltre, dalla corretta motilità. L’assenza totale di spermatozoi (azoospermia), la loro presenza in numero ridotto (oligospermia), la diminuzione della loro motilità (astenospermia) e le anomalie della loro morfologia (teratozoospermia) possono dipendere da cause che agiscono direttamente sul testicolo, danneggiando le cellule seminali o alterandone i processi di maturazioni. Anomalie del liquido seminale possono dipendere da condizioni di natura endocrina: anomalie dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, patologie surrenaliche, iperprolattinemia, ipogonadismo e ipotiroidismo. L’ipofertilità può derivare, inoltre, da danni testicolari secondari a traumi e torsioni, criptorchidismo, orchiti, epididimite, varicocele, esposizione a sostanze tossiche di varia natura e a fonti di calore, assunzione di farmaci citotossici e terapie ormonali.
Difetti della qualità e della quantità degli spermatozoi si possono riscontrare anche nella sindrome di Klinefelter, delle microdelezioni di parti del cromosoma Y e in disturbi della differenziazione sessuale.