IPB… I Rischi a Lungo Termini

A cosa si va incontro se non si cura la patologia?

La maggioranza dei pazienti che effettuano una visita urologica non vengono a studio perché lamentano un sintomo delle basse vie urinarie (pollachiuria, nicturia etc…) ma, frequentemente, gli viene consigliata una visita dal medico di medicina generale o per il riscontro di un PSA elevato o più semplicemente in via preventiva in considerazione dell’età. I sintomi urinari ostruttivi spesso non vengono riconosciuti in quanto il paziente è abituato a urinare 5/6 volte al giorno da una vita intera, e quindi trova “normale” vedere un getto urinario ridotto, alzarsi 2 volte la notte o impiegare più di un minuto di tempo per urinare .

Nel momento in cui effettuano la prima visita specialistica e gli vengono poste delle domande specifiche (frequenza minzionale, nicturia, getto urinario…) solo a quel punto prendono coscienza della propria sintomatologia e quindi della patologia ostruttiva. Tuttavia spesso non viene data importanza ai sintomi ostruttivi, sintomi che però a lungo termine possono andare a compromettere non solo la qualità della vita, ma anche recare danni irreversibili all’apparato urinario.

Come per l’ipertensione arteriosa, il diabete, e tutte le malattie croniche, l’ipb può arrecare danni molto seri. Alla base del danno ci sta l’impossibilità di svuotare completamente la vescica per il “tappo” che crea la prostata a valle delle vie urinarie. Il residuo d’urina che si crea oltre a far riempire prima la vescica e quindi a dare pollachiuria (urinare frequentemente), genera infezioni, rischio di ritenzione urinaria acuta d’urina. Con il passar del tempo la componente muscolare e distensibile della vescica viene meno, facendo svuotare sempre con più difficoltà la vescica fino a rendere impossibile lo svuotamento vescicale anche dopo un intervento chirurgico disostruttivo. Si possono formare anche diverticoli vescicali e calcoli vescicali.

Nei casi più gravi inoltre si assiste anche al refluire delle urine dalla vescica sino ai reni con una compromissione importante delle alte vie urinarie e il rischio di un’insufficienza renale cronica irreversibile con il rischio di eseguire dialisi cronica.